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Luoghi dei sentimenti e non della realtà

Alex Bertaina è pittore che è cresciuto e si è affinato, e molto. La sua è pittura partita dalla realtà che ancora oggi si affida alla figurazione per evolversi però in composizioni personali, che compongono un mosaico di intime emozioni.

Mosaici di muri sbrecciati, quasi fotogrammi di un racconto coerente, che si sovrappone e scompone secondo ritmi ordinati. Tasselli di antichi borghi, anzi un borgo preciso e misterioso che trattiene tutte le memorie, che racchiude con i ricordi anche le speranze.

Colori pacati e morbidi che “avvolgono” affetti del quotidiano, nature morte sempre ambientate tra “quei vecchi muri” e così tanto amati, da farli diventare i fantasmi ricorrenti delle proprie fantasie creative. 

Silenzi, non solitudini o malinconie, nei quadri

è raffigurata una mia opera dal titolo ricordi, è un notturno in cui si vede un vecchio borgo con in primo piano una natura morta con un pesce, un vaso e frutti

di questo sensibile autore che si è impegnato caparbiamente per raggiungere questo traguardo che ora lo identifica fortemente.

Evocazioni che trattengono il tempo, che fermano le stagioni, che ci riportano, forte verso sera, a riflettere su quanto resta di un cortile abbandonato.

Il fascino argenteo della pietra, dei muri che trasumano storie di uomini e campanili.

Portoni chiusi, tetti e finestre scure, con lune rischiaranti sopra tutto.

Elementi ricorrenti come filo conduttore di un riferimento preciso, che ha radici profonde che affondano lontano nei luoghi dell’anima.

Luoghi dei sentimenti e non della realtà, così vorrei che fossero, perché così li sento e li leggo.

Fiori secchi d’autunno, uva e foglie, mestali e lampadine, frutta, sedie di legno, stufe in ghisa delle cucine degli avi.

Anche l’oggetto per Bertaina è ricerca costante del ricordo, legame stretto con le origini, quasi un cordone ombelicale che non sarà mai reciso.

Termino con l’illusione che queste gradevolissime immagini si riducano ancor più di verismo, per frammentare e distillare per tutti noi “intimità” indispensabili alla nostra sopravvivenza, a difesa, “dentro le mura incantate”.

 

Claudia Ferraresi

La Morra

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